Si è svolta nella sede dell'Ordine dei Medici una serata in onore di Attilio Maccioni. Le note seguenti sono tratte dal numero di ottobre della rivista OMECA, organo dell'Ordine.
Attilio Maccioni, nativo di Orosei
(1902), è stato presidente del nostro ordine dal 1956 al ’60, consigliere dal
1961 al ’63, e viene ricordato per essersi dedicato alacremente, tra l’altro,
al miglioramento della condizione lavorativa dei medici delle condotte, che in
quegli anni si scontravano con la diffusa situazione di miseria e degrado delle
campagne. Egli, infatti, esercitò per tutta la sua carriera professionale sul
territorio, instaurando con la popolazione locale un rapporto che andava ben al
di là del mero rapporto terapeutico, per diventare quasi di simbiosi. Questa
particolare sensibilità sociale trova un riflesso nella sua produzione poetica,
laddove ad esempio egli racconta della guerra e della fame; per questo non è
scorretto dire che Attilio Maccioni è stato una figura di medico umanista a
tutto tondo, che ha saputo unire al
meglio la professione di medico alla passione per la poesia. Uomo di
riconosciuta cultura, è stato autore di scritti poetici di rilievo, raccolti in
10 volumi editi. Le sue passeggiate, brevi articoli di riflessioni e note di
costume, sono state pubblicate negli anni su L’Unione Sarda, e sono oggi in corso di pubblicazione in
una raccolta. il suo percorso professionale si svolse tra Orani, dove ebbe la
prima condotta ad appena 24 anni, Decimoputzu dove si trasferì tre anni dopo, e
Quartucciu, dove approdò nel 1937, e dove concluse la carriera, esercitando per
oltre 40 anni. La sua produzione poetica seppe sempre seguire le tappe della
sua vita, facendo da contrappunto alle vicende personali e agli eventi storici
più importanti. Ritorna spesso, anche, un malinconico guardare al passato, al
paese natio amatissimo e agli anni dell’infanzia,il cui ricordo restò sempre
vivissimo e struggente.
Raimondo Ibba
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